Celiachia, il pane di grano ogm senza glutine

Una tecnica di modificazione genetica ha permesso di rimuovere quasi completamente la proteina del glutine che fa male ai celiaci.

Pubblicato il 17/10/2017
Celiachia, il pane di grano ogm senza glutine

Pane di grano quasi completamente senza glutine, ottimo anche per i celiaci? Potrebbe in futuro diventare realtà grazie a un esperimento internazionale che ha modificato geneticamente il grano, andando a selezionare e rimuovere quasi tutti i componenti che fanno male ai celiaci.

La ricerca, guidata dal team dell’Instituto de Agricultura Sostenible a Cordoba, in Spagna, è stata pubblicata su Plant Biotechnology Journal. Il risultato, ancora da perfezionare, potrebbe in futuro aprire nuove strade alimentari per ben un individuo su cento, ovvero tutte le persone che soffrono di celiachia. In Italia i celiaci diagnosticati sono infatti circa 190mila, ma si stima che possano essere anche 600mila, secondo i dati dell’Associazione italiana celiachia.

Questa malattia, ormai annoverata come cronica e non più rara, consiste in un’infiammazione dell‘intestino tenue, scatenata da una reazione del sistema immunitario dovuta all’intolleranza a una proteina, il glutine, presente in diversi cereali come grano, avena, orzo, segale e altri, mentre il mais e il riso non la contengono. Il glutine, però, è una proteina grossa, a sua volta formata da altre proteine, che non sono tutte nocive per il celiaco: il principale colpevole della reazione immunitaria è la gliadina, alla base dell’infiammazione.

Proprio sulla gliadina sono andati a intervenire i ricercatori, eliminandola quasi completamente – il 90% – dal grano. Come? Applicando delle modificazioni genetiche al genoma del grano, cioè il suo corredo genetico, tali da selezionare e rimuovere i componenti non desiderati. Per farlo hanno utilizzato Crispr, la famosa tecnica di gene editing, un metodo che va a intervenire con precisione e velocità su piccoli frammenti di dna, eliminandone o inserendone di nuovi. Soprattutto in questo caso, si è trattato di un intervento certosino: su 45 diversi geni della gliadina, principali responsabili dell’attivazione anomala alla base della celiachia, i ricercatori hanno messo ko ben 35 geni, riducendone dell’85% la loro immunoreattività, ovvero la reazione immunitaria provocata da questi componenti. I test in laboratorio hanno confermato che la presenza di glutine è molto diminuita – la sua concentrazione è calata dell’85% – e così anche la reazione immunitaria provocata dai componenti nocivi, principalmente la gliadina, è notevolmente ridotta.

Ma ora la domanda è: eliminando quasi tutta la proteina dal grano, è ancora possibile preparare gli alimenti a base di questo cereale? La risposta è sì, dato che le catene genetiche, su cui è intervenuta Crispr, contengono ancora altre parti del glutine, che danno sostanza al pane e agli altri alimenti fatti con la farina di grano. Il grano prodotto, anche se è ancora un prototipo realizzato in laboratorio – nel senso che è costituito da piccoli frammenti e non è certo simile alle rosette o alle baguette che troviamo al mercato – «rappresenta un passo in avanti senza precedenti», spiegano gli autori nello studio.

Tuttavia, ancora non tutti i 45 geni della gliadina sono stati rimossi, dunque in teoria esiste ancora la possibilità che la proteina possa rigenerarsi a partire da questi frammenti rimanenti. In pratica, per poter arrivare al prossimo step della ricerca, la coltivazione del nuovo prodotto, e dunque a test più mirati, è necessario perfezionare il pane, rimuovendo i 10 geni rimanenti. Una volta ottenuto questo risultato, la sperimentazione potrà andare avanti e in futuro si potrebbero ottenere pane, pasta, torte e altri alimenti fatti con la farina di grano e consumabili anche dai celiaci senza problemi.

Viola Rita
fonte: Wired

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