Celiachia, i buoni acquisto saranno validi anche al supermercato
Si sta discutendo in questi giorni alla Camera l'estensione dei ticket per l'acquisto di alimenti senza glutine. Un'altra proposta punta inoltre a rendere obbligatoria la visita di accertamento della celiachia in età scolare.
Pubblicato il 28/10/2013La Camera dei Deputati ha iniziato in questi giorni la discussione di alcune mozioni riguardanti la celiachia, la dieta da seguire e la sua diagnosi, per contrastare le recenti azioni europee (vedi notizia precedente) che potrebbero altrimenti avere effetti molto negativi sui celiaci italiani.
Gli atti parlamentari, che hanno incontrato il favore di quasi tutti i gruppi parlamentari di Montecitorio, focalizzano l'attenzione sulla prossima applicazione del regolamento UE n. 609/2013, che apre a una nuova procedura di etichettatura che non offrirebbe adeguate garanzie né ai celiaci diagnosticati né alle aziende che producono alimenti senza glutine; e del regolamento n. 253/2011, che declasserebbe la celiachia dall'elenco delle intolleranze alimentari e dunque abrogherebbe il diritto dei celiaci a ottenere i ticket per la mutuabilità degli alimenti. La proposta del deputato Laffranco, invece, mira persino a estendere la validità dei buoni anche al di fuori delle farmacie, per farli valere nei supermercati dove i prodotti costano meno.
Sempre riguardo alla celiachia, si parla inoltre di introdurre l'obbligo di indagini diagnostiche a scuola per accertare l'eventuale presenza di celiachia nei bambini tra i 6 e i 10 anni, come propone la deputata Binetti.
Riportiamo le dichiarazioni dei due parlamentari italiani maggiormente coinvolti nella questione, che spiegano meglio le novità in approvazione alla Camera.
Pietro Laffranco (Pdl): «La celiachia è un'autentica malattia sociale, di cui non c'è ancora piena consapevolezza, nonostante colpisca realmente oltre mezzo milioni di italiani. È necessaria dunque una maggiore cognizione di questa autentica patologia e non una mera condizione alimentare, la cui unica terapia è la totale e permanente esclusione del glutine dalla dieta. Per questo il governo deve continuare a impegnarsi in sede comunitaria, dove spesso si bada più al business che ai profili sociali delle problematiche, vigilando affinché l'inserimento dei prodotti senza glutine nel Food Information to Customers assicuri pienamente i diritti dei celiaci. Altrettanto essenziale è che, a seguito dell'assenza di tagli alla sanità nella legge di stabilità, il governo spinga le Regioni a mantenere la esenzione del ticket diagnostico fondamentale per un'accertamento precoce della malattia. Sarebbero inoltre opportuni alcuni interventi per promuovere percorsi formativi per il personale sanitario, la concretizzazione del diritto al pasto senza glutine nelle mense pubbliche, un'attenta vigilanza sui messaggi pubblicitari relativi ai prodotti dietoterapeutici e, soprattutto, piena attenzione alla questione dei prezzi dei prodotti per celiaci, introducendo la possibilità per i malati di celiachia di spendere il buono fornito dalle Regioni anche fuori dalle farmacie, ossia ove i prezzi sono più bassi».
Paola Binetti (Udc): «Si è discussa oggi alla Camera la mozione sul tema celiachia. Ogni anno sono effettuate circa 10.000 nuove diagnosi. L'ultima legge concernente lo svolgimento di indagini diagnostiche per l’accertamento della celiachia, nei bambini di età compresa tra sei e dieci anni, è del 2005: oggi è ormai necessario procedere con delle modifiche. A tal proposito, a marzo 2013, ho depositato una proposta di legge a mia prima firma. La mia proposta consta di soli due articoli: l’articolo 1 prevede l’obbligo di effettuare nella scuola primaria la diagnosi precoce, nei bambini di età compresa tra sei e dieci anni, mediante test diagnostici. L’articolo 2 assicura che tale obbligo sia adempiuto dall'azienda sanitaria locale. Discuterla diventa, ogni giorno di più, una necessità sempre più urgente».